Non c’è due senza tre

Pubblicato da Redazione il
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Tedros Adhanom Ghebreyesus

L’OMS, per bocca del controverso direttore Tedros Adhanom Ghebreyesus, già a maggio 2020 aveva annunciato l’arrivo della terza ondata. Per la verità si sta ancora aspettando – alcuni con impazienza per non essere sbugiardati dopo aver terrorizzato a destra e a manca – la seconda, ma il “nostro” si è portato avanti con il “lavoro”. Forse deve andare in pensione a breve e non vuole lasciare le cose a metà…

I media mainstream, ubbidienti, hanno risposto subito “presente” e ne hanno dato tempestivamente notizia nel consueto modo il più allarmistico possibile, ignorando il fatto – ribadito più volte da chi il Covid-19 lo ha combattuto in corsia negli ospedali e che, quindi, ha titolo per parlarne – che “contagiato” non significa automaticamente “malato” [1]. Va da sé che l'uso di tale parallelismo genera numeri fuorvianti e paura, ma forse è questo che si vuole. Le notizie, però, vanno sostenute dai fatti e ora, a sostegno della preannunciata terza ondata, viene citato come “prova” il caso di Hong Kong, che noi un mese fa avevamo indicato, con tanto di fonti verificabili, come esempio di non contaminazione pandemica da Covid-19.

Per la verità, la Repubblica precisa che “Un centinaio di casi al giorno non è ancora un numero da allarme rosso”, ma la macchina del terrore si è comunque messa in moto.

Tuttavia, leggendo con attenzione la notizia, trapela la possibilità che la “terza ondata di Hong Kong” altro non sia che un escamotage per evitare le elezioni previste per il 6 settembre prossimo – rimandandole a data da destinarsi – poiché secondo le previsioni sancirebbero la vittoria delle forze democratiche anti-governative e anti-cinesi.

Il coronavirus può servire anche a questo.


Aggiornamento del 31 luglio 2020

Sul sito dell'ANSA si legge: «La governatrice di Hong Kong Carrie Lam ha annunciato che le elezioni politiche del 6 settembre sono state rinviate a causa dell'emergenza legata al Covid-19. Lam, in conferenza stampa, ha parlato di una "situazione grave della pandemia" nell'ex colonia britannica, aggiungendo di avere "il sostegno nell'adozione di questa difficile decisione" del governo centrale, di Pechino». Che dire, non avevamo dubbi.


 [1] ⬆︎ Si riportano in proposito due dichiarazioni rilasciate al convegno "Covid-19 in Italia: tra informazione, scienza e diritti” che si è tenuto in Senato il 27 luglio 2020.

Maria Rita Gismondo (Direttore/Responsabile Microbiologia Clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze presso l’Ospedale Luigi Sacco di Milano - Polo Universitario):

Contagiati, asintomatici e malati: [...] nella comunicazione – io mi auguro sia mancanza di conoscenze infettivologiche, perché se pensassi a una strumentalizzazione sarebbe veramente molto grave – si parla di contagiati come malati, come se fosse un sinonimo. Sono due cose completamente diverse. Se io oggi qui facessi un esame sierologico a tutti i presenti, il 70% sarebbe positivo per citomegalovirus; di malati non ne abbiamo, mi sembra, nessuno. Quindi ci sono delle infezioni, cioè contatto della persona con un virus che non si manifestano poi in malattia. Nel caso di questo virus [Covid-19] abbiamo dimostrato che la malattia insorge solo nel 4-5% dei casi. (https://www.youtube.com/embed/mdJo7d9Bkvo?start=2164)

Alberto Zangrillo (primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Generale e Cardio-Toraco-Vascolare e Referente Direzionale Aree Cliniche dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano. Per l’Università Vita-Salute San Raffaele ricopre i ruoli di Prorettore per le attività cliniche e professore Ordinario di Anestesiologia e Rianimazione):

... esiste una enorme differenza tra contagio e malattia. Tutti i contagi che noi stiamo contando ogni giorno in Italia, fortunatamente non sono in grado di produrre una malattia con clinica tale da portare il malato ad ospedalizzazione, o peggio in terapia intensiva. (https://www.youtube.com/embed/mdJo7d9Bkvo?start=2969)

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