Un nuovo fascismo silenzioso

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Tessera PNF del 1926

La Costituzione della Repubblica Italiana è stata neutralizzata da uno pseudo-governo golpista?


Spettabili concittadini!

Il tempo in cui viviamo impone di soffermarci un momento a riflettere.

Cerchiamo di osservare al di là delle bugie che ci vengono raccontate ogni giorno: proviamo a diventare realmente consapevoli di quanto sta accadendo.

Rammentiamo gli insegnamenti degli uomini saggi venuti prima di noi?

Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis

La storia è davvero testimone dei tempi, è luce della verità, è vita dei ricordi, è maestra di vita, è messaggera del passato. Così dichiarava solennemente il giurista, oratore e filosofo Marco Tullio Cicerone a metà del I secolo a.C.

Ben oltre duemila anni più tardi, pare quasi che molti non siano capaci di schiudere gli occhi su cosa è successo nel nostro paese nemmeno un secolo fa.

Disponiamo forse di certezze sulla cosiddetta pandemia di Covid-19?

C’è ragione di credere ciecamente nei resoconti che vengono presentati dai mass media?

In realtà numerose, numerosissime sono le persone fra noi che nutrono forti dubbi rispetto alle notizie diffuse da giornali e TV nazionali, che conservano uno sguardo critico verso la narrazione fornita dal governo delle problematiche sanitarie, sociali ed economiche che da due anni sembrano aver travolto le nostre vite.

Dubbi. L'osservazione di incongruenze. Riserve su fatti che non collimano: è forse un male?

Dubium sapientiae initium

Il dubbio è l'inizio della conoscenza. Partendo dal dubbio si raggiunge la verità, come insegna il metodo cartesiano.

Infatti, concittadino, se nell'atto di scorrere il presente articolo avevi creduto di poter scoprire qualcosa di nuovo, verrai profondamente deluso: non proseguire nella lettura. Qui non troverai nulla che non sia già ben noto alla maggior parte della gente. Esatto, ribadisco: la maggior parte, anche coloro che preferiscono non dare a vedere di aver colto certe discrepanze, certe falle nel costrutto di regime.

Non continuare a leggere dunque, non coglierai alcunché di sinora ignoto. Potrai trovare solo conferme, tristi o felici che siano, di quanto già avevi capito.

Conferme di quanto già avevano capito anche i tuoi amici, colleghi di lavoro e vicini di casa, inclusi coloro che hanno finto di aderire (forse per convenienza?) alla versione ritenuta dominante.

Anzitutto, ecco un primo fatto di per sé – oggigiorno – sconvolgente. Sì, sconvolgente, senza scherzi.

Costituzione della Repubblica Italiana 
Principi fondamentali

Articolo 1

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. 
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Giova ricordare che la Costituzione rappresenta e descrive «la struttura essenziale dello stato, cioè l’insieme delle istituzioni che ne determinano l’ordinamento supremo» e in particolare «l’insieme delle norme giuridiche e legislative fondamentali che tracciano le linee maestre dell’ordinamento dello stato» [1].

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

Ovvio e scontato, nevvero?

Eppure questo dice la legge basilare dello stato, la più importante e prioritaria fra tutte, frutto di un anno e mezzo di studi, lavori e discussioni di statisti, pensatori e legislatori fra i più illustri cui l'Italia abbia mai dato i natali [2].

Una carta di diritti e doveri che - non va dimenticato - sorse dalle rovine di un paese in ginocchio, devastato da un conflitto globale, desideroso di ritrovare speranze e sicurezze in una neonata democrazia [3].

Lo spirito fondante della Costituzione è ben descritto nel celebre discorso tenuto dall'esimio giurista prof. Piero Calamandrei il 26 gennaio 1955 a Milano [4]:

Io mi ricordo le prime elezioni, dopo la caduta del fascismo, il 6 giugno del 1946; questo popolo che da venticinque anni non aveva goduto delle libertà civili e politiche, la prima volta che andò a votare, dopo un periodo di orrori, di caos: la guerra civile, le lotte, le guerre, gli incendi, andò a votare. Io ricordo, io ero a Firenze, lo stesso è capitato qui. Queste file di gente disciplinata davanti alle sezioni. Disciplinata e lieta. Perché avevano la sensazione di aver ritrovato la propria dignità, questo dare il voto, questo portare la propria opinione per contribuire a creare, questa opinione della comunità, questo essere padroni di noi, del proprio paese, della nostra patria, della nostra terra; disporre noi delle nostre sorti, delle sorti del nostro paese.  
In questa Costituzione (…) c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie: son tutti sfociati qui negli articoli.”

Gli fece eco tre lustri più tardi un altro grande della politica italiana (in un momento peraltro durissimo per il nostro paese), l'indimenticabile Sandro Pertini:

Dietro ogni articolo della Carta Costituzionale stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza. Quindi la Repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla, costi quel che costi. (1979).

Costituzione della Repubblica Italiana  
Principi fondamentali

Articolo 3

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione (...) di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. 
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

A questo specifico proposito aggiungeva il Prof. Calamandrei:

[La Costituzione] mira alla trasformazione di questa Società, in cui può accadere che, anche quando ci sono le libertà giuridiche e politiche, siano rese inutili, dalle disuguaglianze economiche e dalla impossibilità, per molti cittadini, di essere persone e di accorgersi che dentro di loro c’è una fiamma spirituale che, se fosse sviluppata in un regime di perequazione economica, potrebbe anch’essa contribuire al progresso della Società.

Pare sconvolgente l'attualità di queste parole: la realtà di oggigiorno mostra quanti passi indietro si siano compiuti, da allora, in un tempo relativamente breve.

Cos'è un golpe bianco? [5]

Si tratta di un colpo di stato [6] messo in atto senza il ricorso alla forza bruta o alla violenza di tipo militare.

Disgraziatamente, è un fatto ben noto (ed inconfutabile) che il secondo governo Conte (2019-2020) e l'attuale governo Draghi (2021-2022) non siano affatto il risultato diretto di libere elezioni, ma frutto (avariato) di accordi di palazzo: giochi di potere, puranco leciti, ciò nonostante ben lontani dall'espressione di una concreta volontà popolare [7].

Bisogna che il governo si adoperi per trovare sorgenti di lavoro, per fare in modo che tutti gli italiani abbiano una occupazione. Questo è quello che deve fare il governo, questo è quello che deve fare il parlamento.

Così disse il presidente Pertini nel suo discorso agli italiani il 31 Dicembre del 1983.

Invece…

Con la cosiddetta “certificazione verde” (green pass - Decreto Legge 127 del 21 Settembre 2021) il governo Italiano, con il successivo avallo del Parlamento, ha imposto a partire dal 15 Ottobre 2021 l'obbligo di farsi iniettare il siero anti-Covid a “chiunque svolge una attività lavorativa, ai fini dell'accesso ai luoghi in cui la predetta attività è svolta”, pena la sospensione dal lavoro e conseguentemente dallo stipendio.

Inaudito? Abbastanza.

«Non lex, sed faex» avrebbero commentato i giuristi del basso medioevo: non legge, ma spazzatura (per dirla in modo elegante).

Di nuovo sovvengono, a tale proposito, le parole di uno statista di caratura superiore come il compianto Pertini:

Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero.

Disse anche il presidente più amato dagli Italiani:

Gli uomini, per essere liberi, è necessario prima di tutto che siano liberati dall’incubo del bisogno.

E come si può dormire sonni tranquilli quando si ha una famiglia da mantenere, l'affitto o la rata del mutuo da pagare, ecc., e lo stato di punto in bianco impone al nostro datore di lavoro di sospenderci la retribuzione perché obiettiamo a un trattamento sanitario estremamente controverso e discutibile, la cui unica certezza è il profitto che produce per delle multinazionali con tonnellate di scandali atroci e disumani alle spalle? Questa non è esagerazione, è la pura e semplice osservazione di fatti da tempo acclarati.

Macché: prima con atti amministrativi (DPCM) dalla liceità quanto mai dubbia [8] e in seguito con decreti legge (successivamente convertiti in legge) il governo e il Parlamento hanno imposto restrizioni pesantissime ad alcuni diritti fondamentali sanciti sia dalla Costituzione, sia dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Per esempio:

Costituzione della Repubblica Italiana 
Articolo 16

Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza

Da notare che dice espressamente “legge”. Non parla affatto di “atti amministrativi” titolati a limitare questo basilare diritto. Non prevede dei DPCM, ma caso mai leggi (che inevitabilmente passano il vaglio del parlamento, cioè quello che dovrebbe essere filtro della democrazia).

Costituzione della Repubblica Italiana 
Articolo 32

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana

Persino nel caso di una patologia psichiatrica conclamata e pericolosa per il malato stesso e per le persone attorno a lui, un trattamento sanitario obbligatorio richiedere la diagnosi di un medico curante convalidata da un secondo medico, oppure un'apposita ordinanza di un sindaco (comunque debitamente motivata anche sotto l'aspetto medico [9].

Invece, pur di obbligare il popolo con la coercizione (obtorto collo, è proprio il caso di dirlo) a farsi iniettare il siero venduto dalle multinazionali farmaceutiche a larghe mani e con scarsissime garanzie, il governo è giunto ai limiti allucinatori che sono sotto gli occhi di tutti ormai da sei mesi e che più oltre proverò a riassumere.

E pensare che...

Costituzione della Repubblica Italiana  
Articolo 35

La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.

Non occorrono commenti. Gli apologeti della linea governativa, giurisperiti o meno sul libro paga di qualche burocrate, potranno tentare improbabili acrobazie interpretative, ma di fronte alla semplicità ed alla chiarezza cristallina del dettato costituzionale (ricordiamolo, partorito con dolore e con il cuore dalle massime intelligenze della Repubblica) non c'è scampo per subdoli tentativi di fuorviare il tuo intelletto, o mio concittadino.

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani 
Articolo 12

Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesione del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.

Che dire delle situazioni inevitabilmente imbarazzanti in cui tutti abbiamo visto incorrere i nostri simili sprovvisti del “green pass”? Al ristorante, in palestra, al bar, in piscina, e adesso anche in banca, in un negozio di scarpe, ecc. Quanto viene rispettata la privacy di coloro che dissentono dalle leggi anticostituzionali promulgate da un governo non eletto dal popolo? Molto altro si potrebbe aggiungere a questo proposito come pure riguardo alla dignità umana completamente calpestata in tali situazioni, ma perché offendere l’intelligenza di chi ha già osservato da sé tutto ciò?

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani  
Articolo 13

Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.

Vale quanto sopra per l'art. 16 della Costituzione della Repubblica Italiana; qui, se possibile, il dettato internazionale è anche più esplicito e diretto.

Glisserò sul diritto di opinione, di palesare le proprie idee critiche, di manifestare liberamente, di professare il proprio culto, di svolgere esercizio fisico per mantenersi in salute, di recarsi a scuola per ricevere un'adeguata istruzione, ecc.: tutte prerogative fondamentali di un essere umano, sancite in maniera inequivocabile dalla Costituzione e dai trattati internazionali, eppure gravemente conculcate e ignobilmente represse in molte, troppe occasioni in Italia e in Europa con la scusa di una “emergenza sanitaria” gestita malissimo (è il minimo che si possa dire senza tema di smentite) quando non volutamente e perfidamente ingigantita per giustificare provvedimenti abnormi.

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani 
Articolo 23-1

Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.

Come sopra, ulteriori commenti sarebbero superflui.

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani 
Articolo 25-1

Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro caso di perdita di mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.

E che dire quando è proprio un governo (autoproclamato) a impedire direttamente e coercitivamente l'attuazione di questo diritto fondamentale, imponendo un trattamento sanitario (peraltro di natura sperimentale e non ampiamente convalidato dalla comunità scientifica)? Pare una sorta di cortocircuito giuridico, eppure è esattamente ciò che è accaduto e sta accadendo oggi.

Nel corso del ventennio fascista, e in particolare a partire dal 1925-1926 con le «leggi fascistissime», era indispensabile disporre della tessera del Partito Nazionale Fascista per poter esercitare la professione di insegnante o per ricoprire cariche di qualunque genere nella pubblica amministrazione; il Gran Consiglio del Fascismo sostituì di fatto la funzione del Parlamento (qualche lontana analogia con un “Comitato Tecnico Scientifico” piovuto dal nulla e non contemplato dal normale ordinamento?); la libertà di stampa, la libertà politica e la libera espressione del pensiero vennero sostanzialmente proibite. Al contrario, i mezzi di “informazione” propagandavano esclusivamente messaggi allineati con il regime (oggi il governo paga milioni di Euro ai giornali e alle TV per diffondere “notizie” funzionali alle sue politiche, che in innumerevoli casi si sono rivelate fuorvianti se non completamente false). Per inciso, a proposito delle “ondate” di menzogne mediatiche sul Covid-19, un eccellente riferimento è il documentatissimo libro-denuncia di Marco Pizzuti, “Pandemie non autorizzate” [10], segnatamente i capitoli V e VII che trattano in dettaglio questo tema.

Con la legge n. 100 del 31 gennaio 1926, ai decreti legge venne data la facoltà di diventare immediatamente esecutivi: in tal modo il Consiglio dei ministri e in particolare il Capo del governo poteva esercitare anche il potere legislativo, svuotando il Parlamento della sua reale funzione. Qualche vaga assonanza con gli scandalosi DPCM della primavera 2020?

Curiosità: in quello stesso 1926, la tessera del Partito Nazionale Fascista, lasciapassare per una radiosa carriera di squadrista o anche soltanto per poter sbarcare il lunario in santa pace, era di colore verde: un green pass ante litteram?

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Tessera PNF e Green Pass Covid-19 su telefono

In seguito, con le tristissime le leggi razziali di Settembre 1938 (tuttora motivo di profonda vergogna per il popolo italiano) chi veniva individuato come ebreo o definito tale secondo i criteri fascisti subiva gravissime limitazioni in ambito lavorativo e sociale.

L’inasprimento delle norme atte a “salvaguardare l’integrità etnica” del paese fu un processo graduale: si cominciò nel Luglio 1937 con i tentativi di impedire la nascita di bambini considerati «meticci» (ossia “di razza mista” [11]) dai soldati italiani in Etiopia, si proseguì in autunno 1938 estromettendo insegnanti e studenti ebrei dalle scuole, si continuò negli anni successivi boicottando i cittadini di origine e di religione ebraica (fra i quali numerosi fascisti della prima ora!) impedendo loro di lavorare e di detenere proprietà immobiliari e fondiarie, precludendo loro l’accesso ai negozi e alle botteghe, addirittura speculando economicamente sulla loro rovina finanziaria, finché nel 1942 non si giunse alle deportazioni nei lager tedeschi.

Un processo graduale, proprio come quello cui stiamo assistendo in Italia da Febbraio 2020 in avanti, fino a sopprimere una dopo l’altra le libertà fondamentali.

Perché? Si doveva garantire la “sicurezza” del popolo italiano dalla minaccia “biologica” della “razza inferiore”. La “purezza” della stirpe italica non poteva essere “intaccata dall'alterazione” che avrebbero potuto provocare i geni semiti. Qualche somiglianza con i «maledetti No vax» che sarebbero “colpevoli” del propagarsi dell’infezione (altro asserto da pseudo-scienza al 100%)?

Si noti che le vergognose leggi razziali furono approvate sostanzialmente all’unanimità dal Parlamento nel 1938, tanto quanto nel biennio 2020-2022 i vari decreti palesemente anticostituzionali su green pass e amenità simili. Tutti d’accordo? Tutti complici, in ossequio al potere del più forte.

Una deriva politica tanto distruttiva era stata predetta da uomini colti ed illustri, ardimentosi difensori del valore delle istituzioni.

Fra loro, quasi martire del proprio coraggio, spicca indiscutibilmente la figura dell'On. Giacomo Matteotti, il cui ultimo intervento all'assemblea parlamentare il 30 Maggio 1924 gli costò la vita. Egli ebbe l'ardire di qualificare i fascisti per ciò che erano, ossia «una milizia a disposizione di un partito che impedisce all’inizio e fondamentalmente la libera espressione della sovranità popolare».

Saggio ma temerario, l'On. Matteotti denunciò:

Voi sapete benissimo come una situazione e un regime di violenza non solo determinano i fatti stessi, ma impediscono spesse volte la denuncia e il reclamo formale.

Si riferiva alle modalità con cui il fascismo camuffava la verità e faceva passare una versione dei fatti diametralmente opposta, del tutto fasulla ma apparentemente accreditata.

Mi limito, dico, alla nuda e cruda esposizione di alcuni fatti. (…) Non comprendo come i fatti senza aggettivi e senza ingiurie possano sollevare urla e rumori.

Le sue accuse erano pesantissime: d'altronde portavano con sé tutta la potenza della verità.

Voi dichiarate ogni giorno di volere ristabilire l’autorità dello Stato e della legge. Fatelo, se siete ancora in tempo; altrimenti voi sì, veramente rovinate quella che è l’intima essenza, la ragione morale della Nazione. Non continuate più oltre a tenere la Nazione divisa in padroni e sudditi, poiché questo sistema certamente provoca la licenza e la rivolta.

Quanto sono attuali quelle accorate parole: abbiamo un estremo bisogno di “ristabilire l’autorità dello Stato e della legge” (oggi, la Costituzione e la rappresentatività del Parlamento); dobbiamo promuovere l'unità dei cittadini piuttosto che la “divisione in padroni e sudditi” (oggi, i cittadini di serie A dotati di green pass, e i cittadini di serie B e C catalogati come tali in base alle loro convinzioni sanitarie, peraltro sacrosante di per sé).

Tornando alla genesi del nefasto regime che guidò l'Italia verso la partecipazione alla guerra più rovinosa della storia, è alquanto interessante ricordare qualche passaggio dal celebre discorso tenuto da Benito Mussolini alla Camera dei deputati il 3 Gennaio 1925, sei mesi dopo l’omicidio di Matteotti e la conseguente scissione aventiniana. Da un lato, le dichiarazioni del duce rappresentarono una sostanziale ammissione di responsabilità per gli abusi, le violenze e gli assassini perpetrati dalla nascita del fascismo fino ad allora; dall'altro, però, il quadro dipinto da Mussolini fu tale da attribuire la colpa per tutto quanto accaduto agli oppositori, come se il loro aver protestato ed il loro aver invano tentato di difendere le istituzioni e la funzione del parlamento fossero stati la causa, l'elemento scatenante di quei disordini sociali e di quella sopraffazione.

Quando due elementi sono in lotta e sono irreducibili, la soluzione è nella forza. Non c’è stata mai altra soluzione nella storia e non ci sarà mai.

Un principio che può essere specularmente sovrapposto ai proclami dei governi Conte e Draghi: o ci si fa iniettare il farmaco anti-Covid, oppure si rimane ai margini della società (senza lavoro, fortemente limitati nelle proprie libertà, privi di relazioni sociali e di dignità umana) e si “costringe” il governo a imporre i lockdown.

L’Italia, o signori, vuole la pace, vuole la tranquillità, vuole la calma laboriosa; gliela daremo con l’amore, se è possibile, o con la forza se sarà necessario.

Sembra di sentire le “premurose” esortazioni dei politici di oggi a proposito degli (pseudo)vaccini anti-Covid e della loro ipotetica indispensabilità, per “garantire la salute” della popolazione.

L'On. Matteotti fu assassinato perché ebbe il coraggio di denunciare i brogli elettorali e le indebite pressioni che consentirono ai fascisti di insediarsi al governo, in spregio al reale volere del popolo.

Ai nostri tempi, invece, lo stimatissimo dott. Giuseppe De Donno [12], già primario di pneumologia dell'ospedale Carlo Poma di Mantova, viene trovato misteriosamente morto suicida a 54 anni dopo aver scoperto una cura per il Covid-19 (vera e funzionale, ma colpevole di essere troppo semplice ed economica) e averla praticata finché aveva potuto, prima di venire duramente criticato, attaccato ed infine sconfessato dall'establishment [13]. Chi lo conosceva bene si domanda tuttora quanto pesanti, quanto asfissianti hanno dovuto essere le pressioni psicologiche, le invettive e (forse) le minacce rivoltegli contro per annichilirlo e costringerlo al silenzio.

Vi sono indubbiamente differenze sostanziali fra i due periodi storici (quello attuale rispetto agli anni dei primordi fascisti), separati da un secolo e apparentemente così lontani fra loro: le “squadracce” facevano sistematicamente uso della forza bruta per imporre i dettami del Duce e azzittire ogni voce contraria. Oggigiorno questo genere di violenza non sembra essere più in uso, anche se le cariche della polizia contro i manifestanti pacifici a Trieste in Ottobre 2021 [14] hanno dato a tutti un'impressione ben diversa.

Eppure, se la violenza è «l’abuso della forza (rappresentata anche da sole parole, o da sevizie morali, minacce, ricatti), come mezzo di costrizione per obbligare altri ad agire o a cedere contro la propria volontà» [15], ci si domanda come possano essere considerati:

  • il divieto di lavorare per chi non si piega al ricatto del green pass, con l'ovvia conseguenza di vedere tagliata la propria principale fonte di reddito e dunque di sussistenza;
  • il divieto di circolare liberamente, in qualche caso addirittura di incontrare i propri parenti e amici o di visitare i propri cari con problemi di salute;
  • il divieto di praticare attività sportive amatoriali, addirittura per i ragazzi dai 12 anni in su;
  • il divieto di partecipare a eventi culturali e divertimenti;
  • il divieto di frequentare associazioni e club, di tenere riunioni e feste;
  • l'ostracismo sociale, il rigetto e la cattiva considerazione conseguenti alla scelta personale di non farsi iniettare un siero sperimentale (falsamente spacciato per “vaccino” come ben sanno gli esperti in materia [16]) che una martellante, incessante propaganda mediatica descrivono in termini di apoteosi, sottacendone la considerevole quantità di effetti avversi;
  • l'obbligo tanto pseudo-scientifico quanto inutile (se non dannoso) di coprirsi il volto, addirittura all'aria aperta (pensare che a questo tema è dedicato l'intero capitolo VIII del già citato testo di Pizzuti [17], con dovizia di riferimenti precisi alle dichiarazioni di esperti, medici e chirurghi).

Non va dimenticato che anche il «Manifesto della Razza» del Luglio 1938, se dapprima era stato redatto da figure di secondo piano, in un secondo momento venne sottoscritto anche da scienziati di spicco dell’epoca. Supini complici del regime che misero a disposizione le loro qualifiche di alto livello per accreditare una pseudo-scienza le cui conseguenze furono terrificanti.

Per poter meglio veicolare i messaggi fuorvianti commissionati dalla élite finanziaria (a capo delle case farmaceutiche) e generare una specie di sordida competizione che consentisse a una parte della popolazione di identificarsi come “dalla parte giusta”, i mass media hanno dato fiato alle trombe e plasmato la categoria del “No vax”. Un'etichetta facile, comoda, presto caricata di un significato denigratorio, da appioppare (il più delle volte a sproposito) a chiunque osi levare la propria voce contro le idiozie imperanti della propaganda di regime.

Come nel 1937/1938 (periodo in cui venne preparato il terreno ideologico per il disprezzo degli italiani nei confronti degli ebrei) la maggior parte delle notizie di cronaca nera sui giornali riguardavano i “loschi giudei”, allo stesso modo chi obietta alla linea del governo sul Covid viene bollato come “No vax” e preso di mira nel modo più stucchevole e opportunistico.

Quando tu attribuisci a qualcuno un'etichetta, tu automaticamente screditi questa persona, screditando automaticamente anche le tesi che porta con sé. Sono tecniche che sono state usate e vengono usate ancora oggi molto frequentemente. (Marcello Foa, già presidente RAI, Marzo 2013) [18]

Addirittura, per ingannare la gente, la propaganda pro Big Pharma cerca di attribuire le proprie caratteristiche alla fazione opposta. Come fa il Washington Post (storico giornale controllato dal 2013 dal miliardario Jeff Bezos, fondatore del gigante del mercato online Amazon) che classifica “fascisti” i lavoratori e i liberi cittadini canadesi che protestano a gran voce – ma in maniera assolutamente pacifica – contro un assurdo obbligo “vaccinale” (virgolette doverose) e chiedono il ripristino del dettato costituzionale (in particolare gli artt. 2a, 2b, 6-1 e 7) [19].

Anche sotto questo aspetto, i mass media istigati dal governo (e, a monte, dalle élite) ripercorrono in pieno i passi di Benito Mussolini, il quale, riferendosi alla guerra di Spagna nel Novembre del 1937, ebbe a commentare:

Il carattere degli Italiani si deve creare nel combattimento.

Proprio a quel fine Mussolini aveva creato l’Istituto LUCE e successivamente (proprio in coincidenza con le leggi razziali) il Ministero della Cultura Popolare (MinCulPop): sin dai primi anni 1920 aveva gradualmente concentrato le proprie attenzioni sulla stampa, non solo per censurare i messaggi a lui non graditi, ma anche perché producesse a comando il materiale che serviva a plasmare la sua ideologia.

D'altronde, la storia trabocca di esempi del genere: che si venga bollato come eretico, giudeo, negro, zingaro, seguace di una setta, terrone, beota, muso giallo, vegano, complottista o No vax, la procedura è sempre la medesima: categorizzare allo scopo di isolare una minoranza scomoda, metterla in cattiva luce, ghettizzarla e quindi farla schiacciare dal resto della gente. «Divide et impera» (dividi e governa) recita un motto politico antichissimo: basta convincere la maggioranza (oggi, a suon di propaganda e di terrorismo mediatico) del “pericolo” rappresentato da certuni, basta far leva sul loro “senso di responsabilità” nell’osteggiarli, basta minacciare il portafogli, basta toccare nervi scoperti come l’amore per i propri cari portando avanti l’idea che occorre “proteggerli” se si vuol essere dei buoni genitori o dei bravi parenti. Attenzione! «Il discorso lusingatore è un laccio cosparso di miele», insegnava il filosofo greco Diogene di Sinope nel IV secolo a.C.

Eppure fior fiore di esperti e luminari hanno ripetutamente messo in guardia dai pericoli dei cosiddetti “vaccini” anti-Covid. Il guaio è che i mass media hanno sistematicamente coperto con la loro cortina fumogena quelle testimonianze e quei documenti. Ciò non toglie che il materiale, in tal senso, è più che copioso, e soprattutto è ben circostanziato, preciso, scientifico e referenziato. Basta volerlo vedere, scansando con fermezza le censure del governo e le menzogne strombazzate dai talk show, dalla carta stampata (prezzolata) e dalla TV (spazzatura).

Già dalla terribile primavera del 2020 (quando il golpe si è manifestato in tutta la sua prepotenza costringendo immotivatamente ai domiciliari cinquanta milioni di Italiani) hanno cominciato a fiorire comitati, associazioni e gruppi di professionisti e di comuni cittadini indignati e pronti a dare battaglia per difendere la Costituzione. Solo per citarne alcuni: ComiCost, FRI (Federazione Rinascimento Italia), No Paura Day, gruppo No Green Pass Nazionale e altri collegati, comitato Referendum No Green Pass, Associazione Città dei Ragazzi ... sicuramente, la lista è tutt'altro che completa; per non parlare poi dei numerosi avvocati o giuristi, singoli o raggruppati in momenti di protesta [20], taluni con un proprio folto seguito di persone.

Eppure di questa moltitudine di cittadini (decine di migliaia, a voler sottostimare) non si è quasi mai sentito parlare sui mass media, se non in senso denigratorio. Torna alla mente l'On. Giacomo Matteotti con i suoi socialisti, tutti tacciati di sovversione (sic!) dai potenti parlamentari fascisti ormai asserviti al regime totalitario in via di formazione.

Se a me, socialista da sempre, offrissero la più radicale delle riforme sociali a prezzo della libertà, io la rifiuterei, perché la libertà non può mai essere barattata. (Pertini, 1978)

Qualcuno obietterà che la preoccupazione è eccessiva, che mai e poi mai si potrebbe paragonare il regime fascista alla nostra democrazia italiana odierna.

Tutto sommato la maggior parte della popolazione, piegatasi al ricatto dello (pseudo)vaccino, ha potuto conservare la propria libertà o per lo meno la propria occupazione; anche i figli sono stati siringati, perciò possono continuare a frequentare i loro sport e le loro attività ricreative. Dunque, perché essere tanto apprensivi?

Eppure...

«Tranquillas etiam naufragus horret aquas»: chi ha subito un naufragio talvolta freme persino in presenza di acque calme, chiosava in una sua lettera il grande poeta abruzzese Publio Ovidio Nasone nel I sec. d.C.

Sì, perché basterebbe ricordare quale è stata la genesi del fascismo, il disprezzo delle istituzioni (oggi, la Costituzione così gravemente calpestata), la prevaricazione con cui sono stati imposti i dettami governativi (oggi, una violenza più psicologica ed economica che fisica), la classificazione dei “buoni” e “cattivi” fra il popolo: basterebbe ricordare tutto questo per riflettere seriamente sulla condotta di chi sta legiferando (senza essere stato eletto) e pretende di imporre ai cittadini trattamenti sanitari pericolosi e limitazioni delle sacrosante libertà fondamentali.

Ancora profetico in tal senso fu il presidente Pertini:

Le dittature si presentano apparentemente più ordinate, nessun clamore si leva da esse. Ma è l'ordine delle galere e il silenzio dei cimiteri.

Concittadino, non accettare tutto ciò! Mantieni e coltiva il dissenso che spontaneo ti scaturisce dalla mente.

Rammenta:

Il fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle nuove forme - ogni giorno, in ogni parte del mondo. (Umberto Eco, 1995)

Video file
Estratto dal film “V per vendetta”

Un monito tutto italiano, obiettivamente di ben altro spessore, fu rivolto ai cittadini della giovanissima Repubblica dal già citato prof. Calamandrei in quello stesso discorso del 1955:

La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità.

C'è da augurarsi che una tanto saggia esortazione non rimanga lettera morta, come morente o agonizzante sembra avviarsi a divenire oggidì, malgrado le apparenze, la libertà nel Bel Paese.


NOTE

 [1] ⬆︎ Costituzione, in treccani.it.

 [2] ⬆︎ La storia della Costituzione, dal sito del Senato.

 [3] ⬆︎ La nascita della Costituzione, di Umberto Gentiloni, RaiScuola.

 [4] ⬆︎ "Discorso sulla Costituzione" di Piero Calamandrei.

 [5] ⬆︎ Golpe, in treccani.it.

 [6] ⬆︎ Colpo (definizione 4), in treccani.it

 [7] ⬆︎ Andrea Pertici (11.07.2018), "Dalle elezioni del 4 marzo 2018 alla formazione del Governo Conte", in osservatorioaic.it.

 [8] ⬆︎ Marcella Ferrari (05.07.2021), "Tribunale di Pisa: i DPCM sono illegittimi e vanno disapplicati", in altalex.com. Per completezza si veda anche Fabrizio Giulimondi (18.02.2022) "I Dpcm di Conte erano illegittimi: la conferma arriva anche dal Tribunale di Pisa", in labparlamento.it.

 [9] ⬆︎ Tribunale di Vicenza, Trattamento Sanitario Obbligatorio.

 [10] ⬆︎ Marco Pizzuti, Pandemie non autorizzate, Il punto d'Incontro, 2021.

 [11] ⬆︎ Metìccio, in treccani.it.

 [12] ⬆︎ Giuseppe De Donno, in pianetadonne.blog. Si veda anche C.V. De Donno Giuseppe, in scribd.com.

 [13] ⬆︎ La Repubblica (27.07.2021), Giuseppe De Donno, morto a 54 anni il medico che avviò la cura anti-covid da plasma iperimmune.

 [14] ⬆︎ Video delle cariche della polizia a Trieste: https://www.youtube.com/watch?v=jnYSv818Tt4.

 [15] ⬆︎ Violenza, in treccani.it.

 [16] ⬆︎ Discorso del prof. Perronne al parlamento del Lussemburgo: https://www.youtube.com/watch?v=UicerA8iFpY&t=239s.

 [17] ⬆︎ Marco Pizzuti, Pandemie non autorizzate, Il punto d'Incontro, 2021.

 [18] ⬆︎ Intervista a Marcello Foa su "Spin doctor, giornalisti e frame", in byoblu.com.

 [19] ⬆︎ Costituzione Canada, in Justice Law Website.

 [20] ⬆︎ Decine di persone in coda davanti alla Questura di Arezzo per depositare la denuncia dell’avv. Marco Mori a carico del Governo Draghi: https://www.youtube.com/watch?v=9JTyj-NSywc. In rete si trovano numerosi video di code analoghe in altre città italiane.