Sono un Ispettore di Polizia, lei non è nessuno...

Pubblicato da Redazione il
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Ho visto il video del "sequestro legale" del bambino di 10 anni davanti alla sua scuola. Le parole che vengono alla mente sono molte, ma ce n'è una che le riassume tutte: orrore!

D'altro canto, questo è il risultato della cultura dello psichismo e delle sindromi inventate dalle pseudo scienze psicologiche e psichiatriche, come la sindrome di PAS.

Leggo in questo articolo del Corriere che «Il piccolo ha fatto resistenza sia di fronte allo psicologo che allo psichiatra...» (sic)... come volevasi dimostrare. Cosa ci facevano lì lo psicologo e lo psichiatra? Poiché i "nostri prodi" hanno fallito il sequestro, è arrivata la cavalleria, pardon, la polizia. Il video mostra il solerte intervento attuato secondo la «regola aurea in base alla quale una sentenza del giudice va eseguita senza possibilità di derogarvi», così almeno sostiene Silvano Filippi, segretario Regionale del Siulp, il Sindacato unitario dei lavoratori di polizia. È la scusa adottata da coloro che si macchiano di crimini orribili dopo aver abdicato all'uso della propria coscienza: "ho solo eseguito un ordine, io non c'entro". Lo dicevano anche a Norimberga.

In tutto questo disgustoso trambusto, una frase mi ha colpito per la sua intrinseca violenza, una frase che la dice lunga, ma molto lunga sul rapporto Stato e cittadini. Una ragazza, con lo stemma della polizia appuntato sul petto, apostrofa la nonna del bambino, che lecitamente e comprensibilmente protesta e le chiede delle spiegazioni, dicendole «io non sono tenuta a dirle niente, sono un Ispettore di Polizia, lei non è nessuno...».

Questo è ciò che un Ispettore di Polizia, pagato con i soldi dei cittadini, pensa dei cittadini. Facendo mente locale a diversi episodi denunciati sui quotidiani negli ultimi anni, sembra che questo punto di vista non sia isolato alla sola ragazza in questione, bensì sia alquanto radicato in seno all'apparato statale.

L'arroganza che traspare dall'atteggiamento del funzionario di Polizia lascia basiti. Tuttavia, non deve stupire troppo, poiché è la stessa arroganza mostrata dalla classe politica corrotta che riempie i notiziari e le pagine dei quotidiani (è lo stesso pensiero: i cittadini, gli elettori, non sono nessuno, quindi faccio solo i miei interessi e non quelli della comunità). È la stessa arroganza con la quale Monti ha dichiarato di aver aggravato la crisi in modo che in futuro l'economia vada meglio: quale economia? quella delle banche e della grande finanza? Non certo quella della gente comune, detta anche "signori nessuno". In pratica, con tutta l'arroganza possibile, ha detto che "la cura sta funzionando, ma purtroppo il paziente sta morendo". (Si legga anche questo articolo de Il Giornale).

E ancora, è la stessa arroganza con la quale ieri il governo Monti ha deciso di diminuire dell'1% l'IRPEF per i redditi più bassi (si chiama demagogia), e di aumentare dell'1% le aliquote IVA (Corriere dell'11 ottobre 2012), ovvero, rinuncia a 10 con la mano sinistra per prendere 1000 con la mano destra. ARROGANZA.

Ma che volete, da una parte ci sono loro, i governanti, le varie caste che gestiscono il potere e i moderni bravi che avendo una divisa, una pistola e una patacca sul petto si sentono dei Super Man o delle Wonder Woman (non sono tutti così, per fortuna); dall'altra parte ci siamo noi che non siamo nessuno e non abbiamo diritti, come quel bambino portato via di peso.

Se mi è consentito, in qualità di "signor nessuno", vorrei dire una cosa all'Ispettore di Polizia di Padova, estendendola idealmente a tutti quelli come lei: ma vaffanculo, va.

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