Ritalin, l'altra faccia del farmaco

Pubblicato da Redazione il
Rubrica:

Da: Gazzetta di Modena

Il Ritalin? Un modo comodo, anzi una scorciatoia, per evitare di guardare in faccia alla complessità del nostro mondo, un metodo pratico per certi insegnanti per sbarazzarsi di un problema inquietante e soprattutto un prodotto di consumo legato al mercato farmaceutico. È quanto emerso dall'incontro di ieri al Corni intitolato «Una pillola di troppo».

MODENA mercoledì 3 ottobre 2001, S. Gerardo

Ieri al Corni un convegno nazionale sul discusso prodotto per sedare i bambini "fastidiosi" e disattenti ha affrontato i retroscena economici

L'esperto: «Nessuna prova scientifica sulla "malattia" né sull'efficacia, solo business» «Le statistiche sono gonfiate e non verificabili»

Ritalin, un prodotto farmaceutico e due convegni opposti: ieri quello "contro" al Corni, sabato quello "farmacologico". Il primo organizzato da esperti di caratura nazionale ma con pochi soldi; l'altro un consesso medico ufficiale ospitato alla Camera di Commercio. Il divario di mezzi non ha però oscurato l'importanza di chi dice no. Anche perché oltre al fautore della lotta al Ritalin per curare i "ragazzi troppo vivaci" c'è lo psichiatra modenese Camillo Valgimigli, nostro collaboratore, e una nutrita schiera di insegnanti e sindacalisti che si sono resi conto di quanto questo psicofarmaco sia in realtà imbarazzante.

Anziché pacificare l'ambiente da chi non sta attento e si agita troppo, crea un'inquietudine ulteriore con aggravio di altri farmaci "correttivi" facendo entrare il ragazzo "vivace" in una spirale di farmaci, talvolta fino a creare un caso clinico.

Claudio Ajmone, psicoterapeuta, presidente dell'Oims (Osservatorio italiano salute mentale), uno studioso eminente, ha attaccato senza mezzi termini le case farmaceutiche che hanno creato una soluzione ad un falso problema.

Il Ritalin è un prodotto americano e in Usa i professori sono un target dell'industria farmaceutica. Da trent'anni sempre in Usa si cercano le cause organiche delle malattie mentali e non si sono mai trovate. Quindi, il Ritalin non cura una malattia, ovvero la sindrome ADHD, ma qualcosa che con estrema fatica si può definire una malattia in senso scientifico. Oggi, ha sottolineato Ajmone, si tende a creare continui legami tra genetica e malattie senza uno straccio di fondamento scientifico. Le statistiche sono gonfiate: negli Usa il 20% degli studenti sarebbero interessati a questa sindrome. È quindi chiaro l'interesse delle case farmaceutiche a promuovere una cultura legata alla sindrome ADHD. A questo dramma del ragazzo costretto a prendere la pillola di Ritalin (con 2900 effetti collaterali) si aggiungono altri farmaci "correttivi": il Ritalin dà insonnia, si prescrive un ipertensivo per adulti che dà depressione, allora si corregge con Prozac (902 effetti collaterali) che può causare psicosi corrette a loro volta con neurolettici. Insomma, una spirale perversa che fa comodo ai bilanci delle case produttrici ma senza che ci si sia alcun supporto reale. Il Ritalin, ha detto Ajmone, può uccidere e può creare psicosi collaterali. Questo in base ai pochissimi studi sull'argomento. Perché, e questo è grave, non c'è nessun interesse a studiare scientificamente gli effetti del medicinale. Al contrario, un saggio del 1971 uscito in Canada spiegava che può avere effetti scadenti e creare figure di giovani "ribelli" che hanno "contatti con la polizia", fallimenti scolastici, difficoltà nella lettura e in aritmetica, idee suicide o di soppressione dei genitori. Intanto, le cause della sindrome restano non solo sconosciute ma descritte nel modo più vago e nebuloso possibile. Tali, conclude Ajmone, da adattarsi a qualsiasi sintomo. Tutti, insomma, in momenti euforici potremmo essere da "ritalinizzare".

Raffaele Iosa, ispettore e responsabile nazionale dell'Osservatorio Integrazione Alunni Disabili, ha avuto parole di fuoco contro la pseudo scienza che sta dietro questo farmaco, una scienza tutt'altro che legittima e fondata su vaghe ipotesi che a furia di convegni sponsorizzati diventano accettabili. Dietro il Ritalin ci sono modelli di consumo di farmaci spinti anche dalla ricerca genetica che dà nuove false certezze scientifiche che supportano questo medicinale-scorciatoia.

Iosa ha criticato anche un certo modello educativo femminile nelle nostre scuole che serve da veicolo per imporre una visione "pulita" e "pacificata" della crescita. Ogni atto di troppo da fastidio, meglio accantonare gli indisciplinati. L'insegnante, ha spiegato, si rivolge allora al medico (spesso di base) che prescrive Ritalin.

«Gli educatori devono avere il coraggio di rivoltarsi - ha terminato Iosa - rifiutando queste scorciatoie farmaceutiche e ritrovando simpatia per la persona».