Mutilazioni genitali femminili: l'Italia e il mondo dicono NO

Pubblicato da Redazione il
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BAMAKO, 21 - 22 Febbraio 2006 - L'Associazione "Non c'è Pace Senza Giustizia", in collaborazione con il Governo del Mali, attraverso il Ministero della Promozione della Donna, dell'Infanzia e della Famiglia, ha coordinato i lavori della Conferenza sub-regionale su «Le Mutilazioni Genitali Femminili e l'implementazione del Protocollo di Maputo».

La Conferenza si è focalizzata sul Protocollo di Maputo sui diritti della Donna che rappresenta la prima vera e propria «Carta dei diritti» delle donne africane e l'attuazione delle sue disposizioni, nonchè sugli aspetti socioculturali e sanitari legati alle mutilazioni.

Il Protocollo, entrato in vigore il 29 Novembre 2005, sansisce all'Art.5 l'illiceità della pratica delle mutilazioni genitali femminili sia civilmente che penalmente, considerandole una violazione dei diritti.

Lo scorso 22 Dicembre 2005 la Commissione Giustizia del Senato della Repubblica Italiana ha approvato all'unanimità il disegno di legge, presentato dal Senatore di Alleanza Nazionale Giuseppe Consolo che vieta in Italia la pratica dell'infibulazione, la mutilazione sessuale delle bambine in uso in alcuni paesi africani.

L'Italia è al primo posto per donne immigrate infibulate: secondo stime approssimative, circa 40.000 donne, di cui 5000 bambine infibulate ogni anno.

Il problema dell'infibulazione in Italia è nato di recente, quando alcuni immigrati provenienti da diversi Paesi del continente africano hanno chiesto di poter effettuare tale pratica negli ospedali.

"L'infibulazione è una pratica atroce - sostiene il Sen. Consolo - dal punto di vista fisico e psicologico. Come primo firmatario della Legge sono orgoglioso della sua entrata in vigore e, soprattutto, sono fiero del nostro Parlamento e del nostro Paese. Siamo finalmente a livello dei più avanzati paesi europei che hanno legiferato con normativa specifica su tale importante provvedimento che vedeva una media di 123 bambine al giorno mutilate sessualmente: era una vera vergogna, vergogna oggi definitivamente cancellata.

Voglio sottolineare - prosegue il Sen. Consolo - che l'infibulazione viene ritenuta erroneamente una pratica della tradizione islamica. L'Islam è una cosa molto seria che nulla ha a che fare con questa terribile tortura inflitta a migliaia di donne e bambine. Dal punto di vista del diritto islamico, tale pratica non trova nessun fondamento e non esiste nessun passo del Corano che citi o esorti ad utilizzare tale pratica, né alcuna tradizione profetica autentica".

La Legge Consolo, entrata il vigore il 9 Gennaio 2006, reprime la pratica dell'infibulazione con una pena dai 6 ai 12 anni di carcere, che vengono aumentati di un terzo se a subire l'infibulazione è una minorenne.

(F. M.)

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