Psicofarmaci ai più piccoli, un comitato per dire NO

Pubblicato da Redazione il
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Si è costituito dopo l'ok di Bruxelles alla somministrazione del Prozac ai bambini sopra gli otto anni

Da La Padania del 11 giugno 2006

"Perché non accada" è il nome del comitato nato da un'iniziativa delle organizzazioni Onlus di Asvi, Ccdu, Cesvic e Wda-Europe per impedire che anche in Italia si diffonda l'uso di psicofarmaci nei confronti dei bambini. La nascita è avvenuta all'indomani del sì della Commisione sanità europea all'uso del Prozac per i bambini a partire dagli 8 anni.

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Perché non accada
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Perché mpm accada

Il comitato, riferisce in un comunicato, si propone di impedire che vengano effettuati screening psicopatologici di massa tra i bambini, a partire già dalle materne, e vuole evitare che senza una completa informazione, si affermi anche nel nostro Paese una "cultura", in assenza di prove scientifiche oggettive, che identifica disattenzione e iperattività come "malattia": la ADHD, cioè attention deficit hyperactivity disorder, o "disturbo da deficit di attenzione e iperattività". Un insieme di comportamenti che un gruppo di esperti, secondo il comitato, ha decretato essere una specifica malattia. Per informare e sensibilizzare i responsabili della crescita dei bambini e le istituzioni, "Perché non accada" terrà una conferenza stampa domani alle 11 al Museo del Corso.

Parteciperanno oltre ai rappresentanti delle organizzazioni, i membri del comitato, il professore Giorgio Antonucci, presidente onorario del Comitato scientifico medico e il dottor Elia Roberto Cestari, medico specializzato in programmi di prevenzione degli abusi in ambito psichiatrico.

Il comitato vuole soprattutto formare una coscienza critica sulla problematica, partendo da tutti coloro che sono responsabili della crescita e dell'educazione del bambino, e per questo intende sensibilizzare ed informare scuole ed istituzioni. Infatti, durante la conferenza, saranno distribuite un milione di copie di una pubblicazione, redatta dallo stesso, ed in cui viene fornita una dettagliata informazione sull'ADHD e verranno dati strumenti di valutazione necessari affinché ognuno possa farsi un'opinione e decidere se effettivamente l'ADHD è realmente una malattia o un'artefatto.

Il comitato, precisa il comunicato, non intende affatto disconoscere eventuali problemi di singoli bambini, ma vuole evidenziare un errore: la creazione di categorie diagnostiche che accorpano problemi di natura differente.

Ogni bambino, prosegue, ha diritto a soluzioni appropriate, tutelando quindi la sua crescita e l'espressione creativa. Ogni genitore ha il diritto di fare le proprie scelte, una volta ricevute tutte le informazioni.

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