Quando la presenza mediatica dà alla testa

Pubblicato da Redazione il
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Sarò un brontolone, ma di fronte a certe cose non riesco a stare zitto. In una città emiliana un ragazzino tredicenne si è tolto la vita. Fatto orribile, di quelli che non vorresti mai leggere sui giornali.

E i quotidiani locali cosa fanno per dare un tocco di scientificità alla notizia di cronaca? Intervistano un dottorone, uno di quelli famosi che se non stiamo attenti ce li ritroviamo anche nella minestra. Lo psichiatra Paolo Crepet.

Ho letto il suo intervento e la prima domanda che mi è venuta è: viene presentato come "esperto", il Crepet mediatico, ma esperto di cosa? Di dietrologia? Di "parlo parlo e non dico nulla"?

Infatti nell'intervista se la prende con scuola, istituzioni, associazioni sportive e chiesa, e aggiunge che gli adolescenti sono vittima del consumismo. Aria fritta.

Saranno contenti i volontari dei gruppi sportivi, degli oratori, dei circoli ricreativi, delle comunità di recupero, dei gruppi di utilità sociale, a sentirsi additati dal famoso psichiatria come la causa del disagio giovanile!

E pensare che abbiamo sempre creduto, noi poveri mortali, che portare i figli in piscina fosse una cosa salutare e un importante momento di aggregazione. Ci eravamo illusi che organizzare le feste di paese fosse un modo intelligente di mettere in comunicazione diverse generazioni.

E invece no, "l'esperto" ci dice che abbiamo sbagliato tutto, e che l'unica persona che fa qualcosa per i giovani (cito testualmente) è Maria De Filippi!

Ma guarda un po', e io che ho insegnato a mia figlia che non serve apparire, come fanno gli ospiti della conduttrice, ma è la sostanza quella che conta: la solidarietà con i più deboli, l'amicizia senza sotterfugi, la sincerità, il credere in sè stessi al di la del giudizio degli altri. A sentire Crepet ho sbagliato tutto.

Mia nonna diceva che è meglio un buon operaio che un cattivo medico. La giro a lei, Crepet, e le dico con tutto il cuore che ha perso una buona occasione per stare zitto.

Colgo l'occasione per porgere le più sentite condoglianze ai genitori di quel ragazzino, tredicenne come mia figlia. Non riesco ad immaginare il dolore che possono provare.

Il Tarlo

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