Onorevole, birra o spinello?

Pubblicato da Redazione il
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Quella della legalizzazione o meno delle droghe, è un falso problema. In materia di droga lo Stato italiano ha il dovere verso i suoi cittadini di prevenire, riabilitare e reprimere lo spaccio.

Sul primo punto, i politici sono latitanti, non esiste una linea di condotta uguale su tutto il territorio nazionale, ci si affida al volontariato.

Sul secondo punto è meglio stendere un velo pietoso, la "cura" ufficiale è la terapia metadonica notoriamente più dannosa del male stesso. Sulla repressione invece i politici si danno da fare parecchio, quasi fosse la soluzione con la esse maiuscola: ogni governo dice la sua, l'importante è raccogliere i voti anche della vecchietta che è stata scippata e urla "bravi, via i drugà".

Le droghe sono quelle sostanze che inalate, iniettate, bevute, ingerite, causano una perdita di contatto con la realtà. In questo senso il vino, lo spinello, l'eroina o l'allucinogeno, sono sullo stesso piano.

E allora perché da una parte condannare (amministrativamente e socialmente) chi usa haschish, e dall'altra lucrare su chi è alcolizzato? Perché legiferare sulla repressione, e non chiedersi come mai lo Stato non abbia un programma ufficiale di riabilitazione dalle droghe, se non quello fallimentare delle cure metadoniche?

L'onorevole Fini dice che lo Stato non ammette l'uso di droghe, e quindi bisogna punire severamente chi spaccia queste sostanze. Ma dimentica che se l'eroina causa un migliaio di morti all'anno in Italia, l'alcol ne causa circa sessantamila per patologie correlate; ma soprattutto l'onorevole Fini non riconosce che in questo caso lo spacciatore è lo Stato stesso, con il suo monopolio sugli alcolici. Qui chi dobbiamo condannare?

Non si tratta soltanto di dire che non ci si può drogare, bisogna fare in modo che le persone stiano tanto bene con sè stesse da rifiutare di perdere, anche solo per una manciata di minuti, l'autocontrollo ed il contatto con la realtà attraverso l'uso di sostanze velenose.

E come si ottiene questo? Con una mirata prevenzione. Ma se andiamo nelle scuole a dire che lo spinello fa male, e poi in televisione passiamo degli spot che mostrano la famosa marca di whisky come fosse uno status symbol, allora non siamo credibili.

Non possiamo piangere i giovani periti nelle stragi del sabato sera, e poi mostrare a tutti un Valentino Rossi che pubblicizza la birra. Non abbiamo ancora imparato che alcol e velocità sono un miscuglio mortale?

Per questo, onorevole Fini, ritengo uno specchietto per le allodole la nuova legge. Non è una soluzione.

Il Tarlo

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