In Memoria: Thomas Szasz (1920 - 2012)

Pubblicato da Redazione il
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Thomas Szasz

Il professor Thomas Szasz, campione per antonomasia della libertà, pioniere nella lotta contro la psichiatria coercitiva e co-fondatore assieme alla Chiesa di Scientology del Citizens Commission on Human Rights (Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani) è deceduto all'età di 92 anni.

Considerato da molti studiosi e accademici come il più autorevole critico di psichiatria, il dott. Szasz è l’autore di centinaia di articoli e più di 35 libri sul tema, primo tra tutti “Il mito della malattia mentale”, un libro che ha scosso le fondamenta stesse della psichiatria quando venne pubblicato più di 50 anni fa.

Szasz è stato professore emerito di psichiatria presso l’Università di New York, professore aggiunto presso il Cato Institute, membro a vita dell'Associazione Psichiatrica Americana, membro dell'Accademia Internazionale di Psicologia Forense e la sua vita conta una lunga lista di successi educativi, attestati di riconoscimento, onori e premi che parlano da soli.

È stato il principale critico della psichiatria e delle sue pratiche invasive, un argomentatore e oratore brillante. Secondo coloro che hanno avuto il privilegio di lavorare accanto a lui, egli era spiritoso, affascinante, carismatico e senza paura. Ma soprattutto, era un difensore della libertà personale.

Il dottor Roberto Cestari, Presidente del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus ha detto: “Per molti decenni egli è stato il punto di riferimento della critica alla psichiatria coercitiva. Con lucidità a volte persino sorprendente egli ha svelato quanto di illogico e di irrazionale sia contenuto nel carrozzone della così definita “salute mentale”. Il suo messaggio, i suoi testi, il percorso che ha tracciato restano e resteranno per sempre un segno indelebile per chiunque si batta per la libertà e per la responsabilità individuale. Ci ha lasciati un grande della Terra il cui nome e la cui opera saranno ricordati sinché esisteranno uomini liberi”.

Il professor Giorgio Antonucci ha affermato: “Ogni volta che parlavo di lui io gli ho sempre detto che lo paragonavo a Voltaire, per i suoi scritti sulla tolleranza e contro le finzioni sociali che conducono alla discriminazione e alla persecuzione di quelli che non la pensano come noi o che vengono da lontano”.

Szasz ha a lungo criticato l'uso della psichiatria come mezzo di controllo sociale e politico affermando: "Anche se non possiamo saperlo, abbiamo, ai giorni nostri, assistito alla nascita dello stato terapeutico. Questa è forse la maggiore implicazione della psichiatria come un'istituzione di controllo sociale. Quando uso il termine stato terapeutico, lo uso ironicamente: è terapeutico per le persone che stanno imprigionando il soggetto, per coloro che stanno somministrando la terapia, non è terapeutico per le vittime, per i pazienti".

L’alleanza del dottor Szasz con il CCDU ebbe origine da questa filosofia fondamentale. Non solo egli ha scritto e parlato dell'uso della psichiatria coercitiva, ma ha personalmente difeso le vittime. Nel 1969 come membro fondatore del CCDU, ha parlato a nome di un rifugiato ungherese, Victor Gyory, che era stato internato contro la propria volontà in un istituto psichiatrico, spogliato nudo, tenuto in isolamento e costretto a sottoporsi ad elettroshock. Szasz aveva stabilito che ciò che aveva portato gli psichiatri ad etichettarlo schizofrenico era stata unicamente l’incapacità di Gyory di parlare inglese e quindi di farsi capire. La testimonianza di Szasz ha fatto sì che il direttore dell’ospedale rilasciasse Gyory, creando un precedente di vittoria contro la psichiatria coercitiva e coatta.

Della sua alleanza con il CCDU, Szasz disse: "Era allora l'unica organizzazione, ed è ancora l'unica organizzazione attiva nel tentativo di liberare i pazienti mentali che erano rinchiusi in ospedali psichiatrici, nonostante non ci fosse nulla di sbagliato in loro, non avessero commesso crimini, e che volevano uscire dall'ospedale. E questa per me era una causa molto utile; è ancora una causa molto utile. Dovremmo onorare il CCDU perché davvero è l'organizzazione che per la prima volta nella storia umana ha organizzato una voce socialmente significativa a livello internazionale, per combattere la psichiatria. Questo non è mai accaduto prima nella storia umana".

È stato un onore e un privilegio lavorare al fianco del professor Thomas Szasz negli ultimi 43 anni. Raccogliamo il suo retaggio e continueremo nella lotta contro le pratiche psichiatriche abusive e coercitive finché libertà personale e diritti umani nel campo della salute mentale non saranno una realtà per tutti.

Silvio De Fanti 
Vice Presidente CCDU Italia 
www.ccdu.org


Leggi "Il Manifesto" di Thomas Szasz

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