Cavie umane e storie di ordinaria follia

Pubblicato da Redazione il
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I media del 16 marzo hanno riportato che secondo la signora Bendikte Katz, direttrice dell'azienda farmaceutica tedesca TeGenero, gli eventi occorsi nell'ospedale inglese Northwick Park «sono totalmente inattesi e non riflettono quanto finora osservato nei testi di laboratorio e su animali che ci avevano consentito di passare alla sperimentazione sugli esseri umani».

Sotto la dicitura eventi occorsi si registra il ricovero in gravi condizioni di sei volontari sani pagati per testare un nuovo farmaco anti-infiammatorio che dovrebbe servire per il trattamento di malattie come l'artrite reumatoide e la leucemia. L'evento è occorso in una sezione dell'ospedale gestita privatamente dalla società per la ricerca farmaceutica Parexel, che stava conducendo la sperimentazione umana del farmaco Tgn1412, prodotto dalla TeGenero.

Myfanwy Marshall ha raccontato che il suo fidanzato di 28 anni, uno dei volontari in condizioni più gravi, si è gonfiato fino a diventare irriconoscibile, e molti dei suoi organi hanno iniziato a cedere. «È qualcosa che non sanno come affrontare», ha affermato la ragazza, «la sua faccia era così gonfia che sembrava Elephant Man. I suoi amici non potevano neanche guardarlo». Altri due volontari a cui era stato somministrato un placebo per valutare i diversi effetti del farmaco sono ovviamente incolumi. Per partecipare alla sperimentazione, i volontari venivano pagati circa 220 euro al giorno, una cifra modesta se si considera l'alto rischio, una cifra che sembrerebbe accettabile solo da persone provenienti da un ceto sociale povero e bisognoso di guadagni a "tutti i costi".

Tutto questo ci porta a fare due considerazioni.

La prima è che la scienza medica continua a fare test sugli animali con la falsa idea che se un farmaco "funziona" su di loro, deve funzionare anche sull'Uomo, poiché secondo questi cervelloni l'Uomo è solo un animale che qualche strana alchimia primordiale ha dotato di una capacità pensante superiore. Per cui qualsiasi reazione avversa risulta essere inattesa: diamine, sui topi funzionava benissimo! A nulla sono valse le denunce articolate e ben documentate di persone come Hans Ruesch, autore di Imperatrice Nuda, che già negli anni '60 del secolo scorso spiegava la pericolosità per gli umani dei farmaci testati sugli animali, spesso tramite la barbara pratica della vivisezione.

La seconda considerazione è che l'utilizzo di vite umane "di poco conto" come cavie da laboratorio resta una triste realtà dell'industria farmaceutica, quella "quotata in borsa" per intenderci, quella che ha più a cuore i profitti che non la vita umana. Era così al tempo degli esperimenti nei campi di concentramento ad opera dei medici nazisti "sostenuti" dalla IG Farben (una creatura dell'americana Rockefeller Foundation), dall'Istituto di Antropologia, Eugenetica ed Ereditarietà Umana Kaiser Wilhelm e dall'Istituto di Psichiatria Kaiser Wilhelm (entrambi diretti da Ernst Rudin e finanziati dalla Rockefeller Foundation), ed è così ora che Big Pharma paga la "lealtà" di politici influenti, come George W. Bush, per citarne uno, per eseguire un colossale esperimento di massa su scala mondiale utilizzando i nostri figli come cavie.