Il New Scientist e il Washington Post, due tra le più autorevoli riviste a livello mondiale, l'hanno recentemente reso noto. Dei 170 membri che collaborarono alla stesura del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), la cosiddetta "bibbia" psichiatrica, 95 di loro, più di metà, avevano legami con le industrie farmaceutiche, prima o dopo la pubblicazione. La percentuale sale al cento percento nel gruppo che lavorò ai disturbi schizofrenici, psicotici e dell'umore. Proprio i settori che secondo il Chicago Tribune hanno registrato la massima vendita di psicofarmaci, con un giro d'affari che nel 2004 si attestò a oltre 30 miliardi di dollari. Più è redditizio il mercato, maggiori sono i collegamenti.