Quegli intrecci perversi tra industria e boss universitari

Pubblicato da Redazione il
Rubrica:

A seguito dello scandalo Glaxo, il quotidiano Il Giorno ha pubblicato una interessante intervista allo psichiatra Camillo Valgimigli secondo il quale «... nel giro di pochi giorni, l'industria farmaceutica passerà per vittima». Valgimigli denuncia anche che «Nell'ambito della psichiatria e della neuropsichiatria infantile in particolare, la strategia dell'industria è arrivata ad inventarsi nuove patologie per catturare persone sane. Siamo alla medicalizzazione delle emozioni e non a caso in Italia la vendita di psicofarmaci è aumentata in un anno del 60%: il sistema è fondato su una presunta scientificità, non tanto su una presunta corruzione». Avevamo già pubblicato un articolo del Guardian in cui viene spiegato come le ditte farmaceutiche influenzano la ricerca scientifica, i concorsi universitari e l'assistenza psichiatrica. A buon intenditore, poche parole...


Da: Il Giorno

Quegli intrecci perversi  
tra industria e "boss" universitari

16 febbraio 2003 di Lorenzo Sani

Cerca il dottore? Era qui un attimo fa, sarà nei comparaggi. Circolano già le barzellette tra i pazienti degli ambulatori, da quando l'inchiesta del Nucleo di polizia tributaria del Veneto ha sollevato il polverone della Glaxo, tremila tra medici ed operatori sanitari denunciati di comparaggio e corruzione perché avrebbero accettato regali e un fantasioso ventaglio di "incentivi" per prescrivere prodotti della multinazionale che ha sede a Verona.

«Brutto segno le barzellette, perché già arrivano i segnali del solito scandalo all'italiana: vedrete che nel giro di pochi giorni, l'industria farmaceutica passerà per vittima». Ha un bel da ripetere - in premessa ad ogni attacco frontale - che non ce l'ha con i farmaci e i loro produttori, ma lo psichiatra modenese Camillo Valgimigli, da anni impegnato contro la contenzione chimica degli anziani e la somministrazione di psicofarmaci ai bambini, si sta guadagnando sul campo quantomeno la patente di contro-informatore scientifico della categoria.

«Quello che l'inchiesta sta evidenziando - dice - è solo la punta dell'iceberg. Il vero problema non è tanto la corruzione, o il comparaggio: le stesse aziende hanno detto che rispetto al passato quelli di oggi sono soltanto "incentivi"...».

Anche la Smart a rate, con i bollettini a carico della casa farmaceutica se il medico fa la sua brava prescrizione mensile, rientra negli "incentivi"?

«C'è di peggio e le notizie di questi giorni sono la scoperta dell'acqua calda. Quel che è veramente peggio, che purtroppo nessuna inchiesta della magistratura potrà mai portare alla luce, è un sistema molto più articolato e complesso, nel quale hanno un ruolo chiave l'industria, le società scientifiche, le università che fanno ricerca e l'editoria specializzata. Nell'ambito della psichiatria e della neuropsichiatria infantile in particolare, la strategia dell'industria è arrivata ad inventarsi nuove patologie per catturare persone sane. Siamo alla medicalizzazione delle emozioni e non a caso in Italia la vendita di psicofarmaci è aumentata in un anno del 60%: il sistema è fondato su una presunta scientificità, non tanto su una presunta corruzione».

La denuncia di Valgimigli è sempre più articolata: «Disturbi generici come il senso di ansia, di affaticamento e debolezza muscolare diventano patologie. Si sono inventati lo "shopping compulsivo", c'è la pillola contro la timidezza, contro il rimorso, i sensi di colpa, oggi apprendiamo che esiste il "mal di vento": ogni comportamento, ogni disturbo di per sé anche positivo, perché a volte fa riflettere e mette in crisi, nel senso di crescita, viene medicalizzato. Inventata la malattia, è già pronto il farmaco da sponsorizzare. Poi entra in scena l'editoria specializzata. Soltanto nell'ultimo anno, da quando è stata chiesta la reintroduzione del Ritalin, sono uscite almeno una quindicina di pubblicazioni sull'Adhd, la cosiddetta sindrome del deficit di attenzione e di obbedianza nei bambini che un'autorevole quota della comunità scientifica classifica appunto tra le patologie presunte o inventate. Libri rivolti ai pediatri, agli insegnanti, ai genitori, tra un po' forse anche ai bimbi che così potranno farsi da soli l'autodiagnosi: testi pubblicati in gran parte dallo stesso editore, che magari organizza pure convegni sul tema».

Siamo alla strumentalizzazione della salute?

«Si paga un vuoto istituzionale che prosegue da anni e spero davvero che il ministro Sirchia, come ha dichiarato a più riprese, riesca a porvi un freno. Qualcosa sta cambiando: gli ordini dei medici, nell'ambito dell'educazione medica continua e dei crediti formativi, coordinano convegni e congressi, ma la maggior parte anche oggi continua a sfuggire. L'industria sponsorizza i simposi e i congressi che più le interessano, mirando ai medici-allodole. Oltre ad invitarli in località più o meno esotiche, finanzia le ricerche che divengono bibliografia farmacologica ai direttori delle Università e ai capi delle società scientifiche. E questi promuovono convegni per distribuire il loro sapere. I baroni diventano così un collettore di scienza, potere e finanziamenti, tanto negli atenei, quanto negli ospedali. Oggi riceviamo da persone che dovrebbero essere scientificamente al di sopra di ogni sospetto, da illustri cattedratici che per il ministro dovrebbero essere quelli che fanno l'educazione medica continua e dare i crediti formativi, un'informazione in molti casi poco credibile».

L'industria ha dunque campo libero?

«Si è sicuramente sostituita allo Stato quanto ai finanziamenti e all'aggiornamento degli stessi medici di base che poi fanno le prescrizioni. I maggiori convegni sono una vetrina interamente sponsorizzata: i relatori, quelli che di solito fanno carriera negli ospedali e nelle università, sono graditi alle case farmaceutiche, le quali commissionano loro lavori che poi fanno bibliografia. È un circolo vizioso: a fine mese si svolgerà a Roma il più importante congresso organizzato dalla società italiana di psicopatologia. È un appuntamento che dà crediti formativi ai partecipanti, ma ci sarà solo informazione di parte: quel congresso scientifico è in realtà la fiera dello psicofarmaco. Anche in Italia», prosegue Camillo Valgimigli, «si sta seriamente pensando di consentire agli psicologi, che medici non sono, di prescrivere psicofarmaci, dopo aver frequentato un corso di psicofarmacologia. Lo psicofarmaco è il prodotto più facile da manipolare. Ogni disturbo viene considerato una carenza chimica. Si minimizzano gli effetti collaterali e viene enfatizzata la qualità della vita e si dice che l'aumento di 15 chili nell'arco di 10 mesi con la somministrazione dell'antipsicotico è curabile con un po' di ginnastica. Stiamo dopando le persone e la psichiatrizzazione dei sintomi, questo frantumare le problematiche per farle passare come organiche, è una violenza inaudita».

Categoria: