Multe e giustizia

Pubblicato da Redazione il
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In Lettera aperta a due vigili urbani, l'autore conclude dicendo che «Quanto [nella lettera] esposto è solo un esempio. [...] Tuttavia la cosa più preoccupante è che un tale modo di amministrare la giustizia è all'ordine del giorno. Ma è proprio questa la giustizia che vogliamo?».

Di seguito pubblichiamo alcuni articoli apparsi in data odierna sul quotidiano Il Giorno, riguardanti un altro caso di mala-amministrazione della giustizia. I bravi hanno colpito ancora...

Gli amministratori (o "potenti") di turno hanno pensato bene di riempirci di leggi e leggine, in questo caso soprattutto in ambito automobilistico - parcheggi, divieti, etcetera, del resto è l'ambito più controllabile e tassabile - elevando un'infinità di multe per le altrettanto infinite violazioni fisiologiche (avete presente cosa significa parcheggiare oggigiorno?). Questi signori, anziché trovare delle vere soluzioni - che è, o dovrebbe essere, il motivo per cui li abbiamo eletti o comunque per cui vengono pagati con i soldi dei contribuenti, cioè di noi tutti - continuano a trovare dei metodi per criminalizzarci con regole e multe. E se non bastasse, quintuplicano quelle multe (ma se una persona non paga una multa, o una tassa, perché non ha i soldi, per quale magico mistero dovrebbe essere in grado di pagare quella multa o tassa moltiplicata per cinque? Deve andare a rubare? È questo che si vuole dai cittadini?).

Ora, questi genii dell'amministrazione pubblica, hanno pensato bene di bloccare le automobili dei morosi. Chi l'automobile la usa per lavoro (praticamente tutti) e non ha i soldi per pagare le cartelle esattoriali quintuplicate, si vede costretto a circolare con l'automobile sottoposta a fermo, diventando sempre più "criminale" e aumentando esponenzialmente le possibilità di incrementare multe e sanzioni a suo carico. Insomma, un bel casino. Complimenti a tutti quei politici e quegli amministratori che hanno contribuito alla creazione di questo stato di cose.

D'altro canto - ci sia consentito un po' di sarcasmo - i milanesi che ora rischiano di restare in mutande debbono prendersela solo con se stessi: in una città in cui anche il sindaco viene ripreso in mutande dalle telecamere... se lo dovevano aspettare!

Non ci resta che associarci al signore di cui sopra e chiedere: «Ma è proprio questa la giustizia che vogliamo?».

Indice articoli


  Il fermo? Illegittimo

MILANO - 03/04/2003, di Lucia Mazzer

Come viene considerato il fermo amministrativo dell'auto, provvedimento che in questi giorni viene comunicato a molti automobilisti-contribuenti in ritardo con il pagamento delle contravvenzioni del passato, per convincerli a saldare rapidamente illoro debito, visto che il vecchio pignoramento, ormai, è diventato più uno spauracchio che un reale pericolo?

«Ho molti dubbi che sia legittimo un provvedimento del genere - dicel'avvocato Manuel Sarno, che di multe, tra l'altro ha una certa esperienza, avendone collezionate alcune che alla resa dei conti, si sono rivelate frutto di sbagli - perché pone una serie di limiti a diversi beni costituzionalmente tutelati, come il diritto di circolare e quello alla proprietà». E ancora, è sostenibile il ragionamento sottostante il provvedimento? «Ti sequestro l'auto perché non hai pagato la multa? Il sequestro è previsto ad esempio quando si viene trovati senza il tagliando dell'assicurazione in ordine, se si va in giro con l'assicurazione scaduta. Ma in quel caso prevale la tutela del bene che si vuol tutelare, che è quello della sicurezza». Argomento controverso, come si vede, mentre le associazioni dei consumatori e non solo loro, ma anche ordini professionali come quello dei ragionieri commercialisti, chiedono di rivedere il fermo auto che spesso danneggia persone che con l'automobile lavora e, con tale provvedimento, vede bloccata la sua attività. Ore di fila, code lunghissime, dai vigili e all'esattoria civica, nonché al Pubblico registro automolistico dove gli interessati vanno per «liberare» il proprio automezzo bloccato. Per riavere il libretto di circolazione occorrono due mesi dopo aver ovviamente adempiuto gli oneri per rientrare in possesso del veicolo. Al Pra rilasciano immediatamente il certificato con il quale si può circolare, ma per riaverne il pieno possesso, non passano meno di sessanta giorni.

Nel frattempo, chi vuole vendere l'auto, non può farlo. Così come, per esempio, è impossibile intestarla al figlio diventato maggiorenne.

Le cose dovrebbero migliorare in parte nei prossimi mesi perché da maggio nelle cartelle esattoriali sarà introdotta un'apposita annotazione per avvertire i destinatari che il mancato pagamento può portare al fermo.

«In questo modo gli interessati avranno tempo di verificare la loro posizione prima che diventi esecutivo il provvedimento, finalizzato a recuperare le somme iscritte a ruolo - dicono gli esperti - e non succederà quello che sta accadendo oggi, per cui molti si ritrovano con la comunicazione del fermo che arriva dopo che hanno continuato a girare tranquillamente con il proprio automezzo. Altra novità in arrivo: da giugno sempre il fermo non avrà validità immediata al momento delle notifica, ma saranno concessi tra i dieci e i quindici giorni per sanare le irregolarità, anche se in questo lasso di tempo la cessione del veicolo sarà comunque vietata. Cartelle di pagamento, dunque, in contemporanea con la comunicazione dell'eventuale fermo.

È già un passo avanti verso l'eliminazione di un problema che ha messo in subbuglio diverse categorie professionali che stanno facendo pressione sul governo perché venga eliminato l'inconveniente. Le agenzie di compravendita auto vengono bersagliate in questi giorni di richieste di chiarimenti così come i titolari di agenzie di assicurazione perché, se capita qualcosa, mettiamo un incidente, nel lasso di tempo in cui si circola senza sapere che l'auto dovrebbe restare nel garage, a quali rischi si va incontro? Le assicurazioni hanno messo in campo i loro uffici legali per sciogliere il nodo del rapporto che passa tra impresa e assicurato, nel momento in cui, all'insaputa del proprietario, l'auto venga coinvolta in un sinistro.

Ebbene, la stragrande maggioranza delle assicurazioni applicano il diritto di rivalsa, ciò significa che pagano i danni ma poi in un secondo tempo chiedono all'assicurato di restituire l'importo; mentre la non applicazione di tale diritto dovrebbe essere concordata dalle parti, al momento della firma del contratto stesso. Come si vede, una bella serie di problemi che aspettano una soluzione.


  «Spennato e bloccato 
E il libretto dell'auto lo rivedrò tra due mesi»


MILANO - 03/04/2003, di Lucia Mazzer

«E io dove li trovo i dieci milioni che mi chiedono?». La signora Laura, 58 anni ben portati, sventola davanti a sè la cartella esattoriale come fosse un ventaglio. Eppure non fa caldo. Non parla di euro, traduce in vecchie lire quanto le viene chiesto per saldare il conto di svariate contravvenzioni non pagate per tempo tra il '98 e il'99.

È una delle centinaia di contribuenti-automobilisti che ogni giorno, dalla scorsa settimana, dopo aver ricevuto le cartelle dall'Esatri, la ricevitoria civica, si stanno presentando dai vigili e dagli stessi esattori, per capire i motivi della lievitazione delle cifre dovute e da pagare. Code chilometriche in via Rugabella, davanti agli sportelli dei ghisa, così come all'Esatri.

Per non parlare delle file in via Durando dove c'è il Pubblico registro automobilistico, dove Renato B., insieme con altri automobilisti come lui raggiunti dalle cartelle esattoriali, è andato per "liberare" l'auto bloccata dal fermo amministrativo. «Perché oltre alle cifra quintuplicata della contravvenzione - racconta - hanno deciso che non potevo più muovere l'automobile per sollecitarmi al pagamento». Peccato che la comunicazione postale del fermo, al signor Renato, sia arrivata alcuni giorni dopo l'emissione del fermo, «così ho continuato ad andare in auto senza sapere che non avrei potuto». Una certa confusione per i contribuenti è causata dal fatto che nelle cartelle esattoriali, oltre agli importi delle multe, si comunicano le cifre dovute per i tributi sulla raccolta della spazzatura e per altri servizi civici, senza che molti capiscano la differenza.

«Io sono andata all'Esatri con la mia cartella - conferma Gioia P., 28anni - da lì mi hanno mandata in via Rugabella perché una delle voci parlava di contravvenzioni, ma poi sono dovuta tornare all'esattoria perché il pagamento riguardava altre voci». Un ragazzo con la coda di cavallo, ha accumulato in sei mesi dieci contravvenzioni per divieto di sosta, «cinque le ho pagate, tre le voglio contestare, per le altre vedrò che fare». Lui ha il pass per entrare nella zona dove gli hanno fatto le multe e il più delle volte, «me le sono ritrovate per aver parcheggiato magari con una ruota fuori dalle strisce. È giusto?». È arrivato in via Rugabella intorno a mezzogiorno e finisce in un capannello di cittadini che aspetta pazientemente di parlare con un vigile, piazzato davanti all'entrata e che cerca di fare da filtro tra i suoi colleghi agli sportelli e il pubblico.

Un filtro che funziona, perché molti ricevono i chiarimenti che cercano e si risparmiano la fila dentro. Anche per il ragazzo con la coda non manca il consiglio: se uno pensa di essere stato multato ingiustamente, deve presentare il ricorso entro sessanta giorni. Se non lo fa e non paga, è inutile che poi cerchi di farsi dare ragione. Può magari trovare un giudice di pace convinto anche lui che a Milano i parcheggi siano insufficienti e che quindi le contravvenzioni per divieto di sosta siano discutibili, ma è tutto da vedere...

Gli sportelli dei vigili dai tre dell'anno scorso sono stati portati a sei; la cosa ha consentito di evitare il pericoloso concentramento delle code che si era verificato in passato, ma è presumibile che, seppure diluite, le file continueranno anche nei prosismi giorni. I «casi» vengono valutati uno per uno, chi ha la coscienza sporca e sa di non aver pagato multe in passato, anche se non ha ricevuto ancora le cartelle esattoriali può giocare d'anticipo: presentarsi, cioè, dai vigili e chiedere di farsi stampare la strisciata con tutta la posizione debitoria personale. Per poi pagare, e alla svelta, per non incorrere negli aumenti automatici che si accumulano con il passare dei mesi. E la signora Laura? Non guidava direttamente l'auto, tutti quei soldi non li ha di sicuro, così le consigliano di chiedere una rateizzazione del pagamento.


I commercialisti:

  «Il ministero ci ripensi: qui si rischia 
di fermare l'economia lombarda»

MILANO - I professionisti sono scesi sul piede di guerra.

In particolare i ragionieri commercialisti di Milano giudicano la situazione estremamente grave e hanno già inviato al ministero dell'economia una lettera per chiedere modifiche alla normativa. «Ci sono arrivate alcune segnalazioni di contribuenti ai quali sono state fermate le auto utilizzate anche per lavoro. Questi provvedimenti sono assurdi» dicono i commercialisti.

Una rivolta che avrebbe convinto il sottosegretario all'economia Daniele Molgora a rivedere tutta la questione. E in particolare il sottosegretario ha già annunciato che dal prossimo giugno i «tassati» avranno tempo dai 10 ai 15 giorni per pagare le multe prima che scatti il fermo dell'auto.

Secondo le stime delle camere di commercio, il fenomento del fermo auto viene utilizzato soprattutto in Lombardia (per il 90%) seguito dal Centro Italia (45%) e dal Sud (5%).


  Furgone e Alfa «blindati» per una tassa pagata

CAPONAGO (Milano) - 03/04/2003, di Gianluca Grossi

Gli sequestrano due macchine accusandolo di non aver pagato una tassa sui rifiuti. È la disavventura capitata a O.B., un imprenditore sessantatreenne di Caponago, titolare di una ditta di prodotti meccanici a Cambiago. È accaduto giovedì scorso, mentre O.B. si trovava tranquillamente al lavoro con i suoi operai. «È arrivato il postino con una raccomandata - spiega O.B. - tutto mi sarei immaginato tranne una cosa del genere. Nella busta c'era scritto che non potevo più circolare con le due macchine in possesso della ditta, per colpa di una tassa sui rifiuti che, secondo i mandanti della missiva, non avevo pagato».

Le macchine sottoposte a fermo erano i due mezzi a disposizione della ditta dell'imprenditore. Un autocarro Fiorino 1.700 TD, e un'Alfa Romeo 166 2,4 TD. La tassa sui rifiuti, quella del 30 gennaio del 2001 di 566.060 mila lire. Letta la raccomandata, O.B. ha immediatamente provveduto a verificare, tra le ricevute accumulate in molti anni di attività, la fondatezza dell'accusa. È così che ha scoperto non solo di aver pagato regolarmente la tassa indicata dalla raccomandata, ma anche di essere stato punito ingiustamente: «Sono rimasto allibito quando ho realizzato il tutto - continua O.B. - sono stato punito per un fatto che non avevo commesso. Le mie due macchine erano state sequestrate per non aver pagato una tassa che invece avevo pagato!».

Il giorno dopo, l'imprenditore di Caponago, si mette immediatamente in contatto con l'Esatri di Monza per chiarire il caso. A Monza gli dicono, per accelerare i tempi, di presentarsi di persona alla sede di Milano. «Mi hanno detto che per annullare il fermo sarebbero stati necessari tre o quattro giorni - spiega O.B. - Il tempo per trasmettere alla sede della Bicocca la comunicazione e revocare il tutto. Io per ragioni di lavoro non avrei potuto aspettare tanto, così a Milano ci sono andato di persona». A Milano, dopo tre ore di coda, e un'intervista con il Gabibbo, O.B. riesce finalmente a farsi annullare il fermo. «Sono arrivato all'Esatri alle 10 di mattina - ha ammesso l'imprenditore - per tre ore sono rimasto in piedi prima che arrivasse il mio turno. Ho anche rilasciato una dichiarazione al Gabibbo giunto per porre delle domande ai presenti. All'una e mezza di pomeriggio ottengo finalmente le revoca del sequestro. Adesso mi piacerebbe davvero sapere, e credo di averne il diritto, chi è il vero colpevole di tutta questa storia». Per il momento l'imprenditore di Caponago chiederà il rimborso delle spese all'Esatri di Monza, poi si vedrà. Al titolare della ditta verrà risarcito il tempo che ha perso per andare e venire da Milano e da Monza, i soldi spesi per la benzina e i caselli autostradali, le cinque ore di assenza dal posto di lavoro, e soprattutto la paga dei corrieri per le consegne che la ditta effettua alla fine di ogni mese?

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