A proposito degli stipendi dei parlamentari

Pubblicato da Redazione il
Rubrica:

Poiché di tanto in tanto circola in rete una mail scandalistica sullo stipendio dei nostri parlamentari con cifre inesatte e senza riferimenti alle fonti, con la presente colmiamo la lacuna e forniamo i dati ufficiali.

Trattamento economico dei Senatori

Dati aggiornati a gennaio 2006

Fonte: http://www.senato.it/composizione/senatori/trattamento.htm

La prima voce delle competenze spettanti al parlamentare è l'indennità, quella che nel linguaggio comune è definita "stipendio". Seguono la diaria e i rimborsi: per le spese inerenti i supporti per lo svolgimento del mandato parlamentare, per le spese accessorie di viaggio e per i viaggi all'estero, per le spese telefoniche.

Completano la scheda le voci sull'assegno di solidarietà (di fine mandato), sulle prestazioni previdenziali e sanitarie e sui trasporti.

Indennità parlamentare

L'indennità, prevista dalla Costituzione all'art. 69, è determinata, in base alla legge n. 1261 del 31 ottobre 1965, in misura non superiore al trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di Cassazione ed equiparate. Con delibera del 1993 il Consiglio di presidenza del Senato ha stabilito che tale misura fosse ridotta al 96% del predetto trattamento dei magistrati.

Per effetto delle disposizioni contenute nella legge finanziaria 2006, l'importo lordo dell'indennità ha subito inoltre una riduzione pari al 10 per cento.

L'indennità è corrisposta per 12 mensilità. L'importo mensile è pari ora a 5.419,46 euro (prima del "taglio" della finanziaria 2006 era pari a 5.941,91 euro), al netto della ritenuta fiscale (€ 3.555,63), nonché delle quote contributive per l'assegno vitalizio (€ 962,42), per l'assegno di solidarietà (€ 749,79) e per l'assistenza sanitaria (€ 503,59). Nel caso in cui il Senatore versi anche la quota aggiuntiva per la reversibilità dell'assegno vitalizio (2,15 per cento), l'importo netto dell'indennità scende a 5.178,86 euro.

Diaria

Viene riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma, sulla base della stessa legge n. 1261 del 1965.

La diaria ammonta a 4.003,11 euro mensili. Tale somma viene ridotta di 258,23 euro per ogni giorno di assenza del Senatore dalle sedute dell'Assemblea in cui si svolgono votazioni qualificate e verifiche del numero legale.

È considerato presente il Senatore che partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell'arco della giornata.

Rimborso per spese inerenti i supporti per lo svolgimento del mandato parlamentare

A titolo di rimborso forfettario per le spese sostenute per retribuire i propri collaboratori e per quelle necessarie a svolgere, anche nel collegio elettorale, il mandato parlamentare, al Senatore è attribuita una somma mensile di 4.678,36 euro, in parte (35% pari a 1.637,43 euro) erogata direttamente al Senatore medesimo ed in parte (65% pari a 3.040,93 euro) erogata al Gruppo parlamentare di appartenenza. Ai Senatori non è riconosciuto alcun rimborso per le spese postali.

Spese di trasporto e spese di viaggio

I Senatori usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale.

Per i trasferimenti dal luogo di residenza a Roma, è previsto un rimborso spese annuo pari a 13.293,60 euro, per il Senatore che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l'aeroporto o la stazione ferroviaria più vicina al luogo di residenza, ed a 15.979,18 euro se la distanza da percorrere è superiore a 100 km. Per i Senatori residenti a Roma ed eletti in collegi del Comune di Roma, il rimborso è corrisposto nella misura di 6.646,80 euro.

Ad ogni Senatore è corrisposta, a titolo di rimborso, una somma forfettaria annua di 3.100 euro, a fronte delle spese sostenute per viaggi internazionali di aggiornamento.

Spese telefoniche

I Senatori dispongono di una somma annua di 4.150 euro per le spese telefoniche.

Assistenza sanitaria integrativa

È previsto il rimborso delle spese sanitarie ai Senatori (anche cessati dal mandato ovvero ai titolari di trattamento di reversibilità, nonché ai rispettivi familiari) iscritti al servizio di Assistenza Sanitaria Integrativa nei limiti dell'apposito Regolamento, approvato dal Consiglio di Presidenza. Gli iscritti versano un contributo commisurato alle competenze mensili lorde (4,5% per i Senatori in carica; 4,7% gli altri) e quote aggiuntive per i familiari.

Trattenuta per l'assegno di solidarietà (a fine mandato)

Il Senatore versa mensilmente, ad un apposito Fondo, una quota pari al 6,7 per cento della propria indennità lorda, pari ora a 749,79 euro. Al termine del mandato parlamentare, il Senatore riceve l'assegno di solidarietà (anche denominato "di fine mandato"), che è pari all'80 per cento dell'importo mensile lordo dell'indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi).

Trattenuta per l'assegno vitalizio

Anche in questo caso, il Senatore versa mensilmente una quota - l'8,6 per cento, pari ora a 962,42 euro, più il 2,15 per cento, come quota aggiuntiva per la reversibilità, pari a 240,60 euro - della propria indennità lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi, come previsto da un apposito Regolamento approvato dal Consiglio di Presidenza.

In base alle norme contenute in tale Regolamento, il Senatore riceve il vitalizio a partire dal 65° anno di età. Il limite di età è ridotto al 60° anno ove siano state svolte più legislature.

Lo stesso Regolamento prevede la sospensione del pagamento del vitalizio qualora il Senatore sia rieletto al Parlamento nazionale ovvero sia eletto al Parlamento europeo o ad un Consiglio regionale.

L'importo dell'assegno vitalizio varia da un minimo del 25 per cento ad un massimo dell'80 per cento dell'indennità parlamentare, a seconda degli anni di mandato parlamentare.


Quello che segue è un nostro commento  
Abbiamo fatto un calcolo teorico prendendo a campione un senatore che abita fuori Roma (i deputati hanno uno stipendio leggermente inferiore) e che è sempre presente in Senato a fare il suo lavoro di parlamentare: il nostro senatore campione percepisce 12.771,93 euro al mese netti, cioè dedotta la quota per la ritenuta fiscale (€ 3.555,63), nonché la quota contributiva per l'assegno vitalizio (€ 962,42), per l'assegno di solidarietà (€ 749,79) e per l'assistenza sanitaria (€ 503,59). Tirando le somme, il senatore in questione dovrebbe percepire 153.263,16 euro all'anno "puliti", cioè interamente spendibili. Se, però, il nostro senatore non è sempre presente, gli vengono detratti 258,23 euro per ogni giorno di assenza. Tuttavia, per essere considerato presente, basta che il senatore partecipi al 30% delle votazioni effettuate nell'arco della giornata. Non abbiamo volutamente aggiunto al mensile del nostro senatore campione la quota di rimborso per le spese sostenute per retribuire i propri collaboratori, quota corrisposta direttamente al Gruppo parlamentare di appartenenza, pari a 3.040,93 euro, cifra che vogliamo credere venga effettivamente corrisposta ai collaboratori, e non intascata dal senatore in oggetto.

Lo stipendio di un parlamentare è consistente ma non scandaloso, soprattutto se rapportato alla responsabilità che l'incarico di parlamentare comporta (o dovrebbe comportare, il condizionale è d'obbligo). Molti dirigenti di società private, per non parlare di personaggi dello sport e dello spettacolo, guadagnano enormemente di più.

Ciò che potrebbe essere considerato scandaloso, invece, sono le dichiarazioni dei redditi di buona parte dei nostri parlamentari. Il 13 aprile 2005 il Corriere pubblicava i redditi di alcuni deputati e senatori relativamente all'anno fiscale 2003, che riportiamo qui di seguito.

I dieci deputati più ricchiI dieci deputati più poveri 
Berlusconi Silvio (Fi) 12.762.234 €  
Eugenio Viale (Fi) 2.158.908  
Pisapia Giuliano (Prc) 1.438.073  
Acquarone Lorenzo (Udeur) 1.263.079  
Ghedini Niccolò (Fi) 1.119.168  
Fiori Publio (An) 987.991  
Paniz Maurizio (Fi) 974.054  
Pecorella Gaetano (Fi) 892.539  
Riccardo Conti (Udc) 756.742  
Pinza Roberto (Margherita) 613.993
Provera Marilde (Prc) 37.284 €  
Tedeschi Massimo* (Ds) 51.637  
Boiardi Gianluigi * (Ds) 59.400  
La Starza Giulio (An) 62.683  
Bottino Angelo (Margherita) 68.498  
Zaccaria Roberto * (Margherita) 85.305  
Marino Mauro * (Margherita) 85.925  
Galante Severino * (Pdci) 92.688  
Vianello Michele (Ds) 95.698  
Motta Carmen (Ds) 96.686  
(* con l'asterisco gli on. eletti alle suppletive del 2004)
 
I dieci senatori più ricchiIl senatore più povero 
Giuseppe Consolo (An) 3.235.323 €  
Marcello Dell'Utri (Fi) 1.458.957  
Walter de Rigo (Fi) 1.360.613  
Gian Piero Cantoni (Fi) 798.658  
Aldo Scarabosio (Fi) 648.957  
Roberto Manzione (Margherita) 557.730  
Lamberto Dini (Margherita) 551.600  
Antonio Gaglione (Margherita) 523.125  
Giacomo Archiutti (Fi) 430.942  
Gian Paolo Zancan (Verdi) 423.731
Massimo Bonavita (Ds) 100.719 € 
I leader più ricchiI leader più poveri 
Gianfranco Fini (An) 176.497 €  
Clemente Mastella (Udeur) 174.252  
Giorgio La Malfa (Pri) 165.131  
Alfonso Pecoraro Scanio 158.169  
Fausto Bertinotti (Prc) 155.045  
Piero Fassino (Ds) 147.959
Bobo Craxi (Nuovo Psi) 145.186 €  
Massimo D'Alema (Ds) 127.711  
Oliviero Diliberto (Pdci) 126.936  
Enrico Boselli (Sdi) 124.934  
Francesco Rutelli (Margherita) 123.394  
Marco Follini (Udc) 110.832
 

* Umberto Bossi (Lega) da europarlamentare si è potuto avvalere della facoltà di non rendere pubblica la propria dichiarazione

A parte la dichiarazione di Berlusconi, che merita una valutazione a parte, ve ne sono alcune che sono di gran lunga superiori agli stipendi corrisposti ai parlamentari, e non ci riferiamo solo a quelle milionarie. Poiché un dipendente medio, operaio o impiegato, porta a casa 15/20.000 euro netti in un anno di lavoro, si suppone che coloro i quali dichiarano una somma che eccede di oltre 50.000 euro il loro stipendio di parlamentare, si sono impegnati parecchio per guadagnarli. Ciò fa pensare che questi parlamentari abbiano degli "interessi" e delle attività extra-parlamentari di gran lunga superiori agli interessi e alle attività parlamentari, e il dubbio che queste persone usino il ruolo istituzionale per propri interessi privati è legittimo e, se vero, scandaloso.

Anche le dichiarazioni dei "più poveri" sono sospette. Se questi parlamentari dovrebbero percepire mediamente attorno ai 150.000 euro annui, come fanno a percepirne molti meno, addirittura meno della metà? Vuol forse dire che non sono quasi mai presenti a fare il loro lavoro? Hanno anche loro altri interessi extra-parlamentari che li portano lontano dal loro posto di lavoro?

Purtroppo nel succitato elenco manca il reddito di Prodi. Vorremmo sapere quanto guadagna questo signore dalla facciona bonaria di funzionario di banca che prima ti lusinga per affibbiarti un fido, e poi, se non paghi alla scadenza pattuita, ti massacra e la faccia diventa cattiva, anzi, per dirla alla Prodi, "severa", e dalla bocca escono solo parole "severe", e richieste di rigore, di dura applicazione delle leggi, quelle stesse leggi volute (sollecitate) dai veri datori di lavoro di Prodi: le grandi banche mondiali. Ed è scandaloso che tre dei più potenti personaggi che "manovrano" l'Italia oggi, vale a dire il presidente del Consiglio Prodi, il ministro dell'economia Padoa-Schioppa e il governatore di Bankitalia Draghi, siano tutti (ex?) alti funzionari o consulenti di colossi bancari che stritolano i governi con il signoraggio e i loro imbrogli. È scandaloso che l'alto dirigente dell'IRI Prodi commissionasse e pagasse studi miliardari alla Nomisma, l'azienda da lui fondata nel 1981, mentre ora viene a farci la morale con "serietà, severità e rigore".

Per cui, ritornando all'email scandalistica che di tanto in tanto circola sugli stipendi dei parlamentari, come si può vedere ci sono cose molto più scandalose a cui prestare attenzione.

Categoria: